IL CUCCIOLO : La
scelta ed i primi insegnamenti.
(di
Andrea Cupini)
Forse
l’emozione più intensa che segue l’evento della nascita di una cucciolata è
data dal momento della scelta del cucciolo.
Momento
relativamente più facile per l’allevatore che ha seguito la crescita dei
cuccioli ed in essi ha rivisto le posture e gli atteggiamenti dei genitori o
dei nonni e magari si illude, - e gli piace che sia così - che quel cucciolo,
pezzato nel mantello preciso come il bisnonno, avrà il suo stesso olfatto, la
sua stessa facilità di dressaggio, o al contrario il suo carattere forte, e
così via pensando.... .
Scelta
invece estremamente delicata per l’acquirente cacciatore. Il fortunato, perchè
non sempre capita la possibilità di scegliere, si trova comunque a dover
decidere quale cucciolo preferire, e molte volte la scelta è difficile ed il
tempo a disposizione è poco.
Ed
allora vediamo se è possibile dare qualche consiglio utile tenendo presente che
ogni cucciolo sarà poi un cane adulto con un proprio carattere ed una propria
personalità ben distinguibile da ogni altra e che questa si manifesta, ancora
informe, già nei primi mesi di vita anche se potrà essere influenzata dal tipo
di esperienze che il cucciolo farà crescendo.
Diamo
per scontato che prima di arrivare al momento della scelta, il cacciatore si
sia posto ed abbia risolto una serie di interrogativi, quali: il sesso del
cane; il futuro impiego, inteso come genere di caccia praticata; il luogo dove
lo stesso dovrà vivere, cioè canile vicino a casa o lontano o addirittura in
casa; etc.., non ultimo dei quali aver analizzato con sincerità il proprio
carattere e le eventuali altre esperienze avute con altri cani della stessa
razza o di altre razze, e quindi saprà se considerarsi più o meno dominante,
“capo branco”, nei confronti del cane.
Bene.
A questo punto parlando di Springer, di “Springer da Lavoro”, ma penso che anche nelle altre razze le
casistiche e le scelte rispondano agli stessi criteri, e parlando
esclusivamente delle doti “morali”, il carattere, sapendo che sceglieremo fra
cani figli sicuramente di cani cacciatori o campioni di lavoro, ebbene, avendo a disposizione una cucciolata nella
quale scegliere, almeno dopo i quaranta giorni di età, far mettere all’aperto
solo i cuccioli del sesso desiderato. Passarci un poco di tempo insieme
osservandoli, valutandoli sotto l’aspetto esteriore generale che deve essere
buono e deve dar l’idea di cuccioli sani, vispi. Giocandoci, valutando le
reazioni a situazioni improvvise non provocate da voi, dopo un po' di tempo
avrete notato il cucciolo dominante del gruppetto cioè quello che abbocca gli
altri nel gioco cercando di sottrarre oggetti, pezzi di legno, stracci, palle
etc.. e di seguito quelli a mano a mano più remissivi ed anche i timidi, se ce
ne sono.
Ora
partendo dalla vostra esperienza e dal vostro carattere non dovrebbe essere
difficile orientare la vostra scelta.
Attenzione
però! i cuccioli dominanti, gli “spacconi”, e gli “indipendenti”, che
generalmente vengono ricercati, hanno bisogno di “mani” esperte, chè altrimenti
si trasformano in dittatori. Sono più difficili da addestrare e richiedono
qualche impegno anche per il riporto.
I
cuccioli “medi”, possono crescere “facili” o “difficili” a seconda di come
imposteremo la loro educazione. Generalmente si prestano a collaborare
efficacemente con il loro proprietario e sono pronti a soddisfarlo in tutto e
per tutto.
I
cuccioli “riservati” o timidi, hanno bisogno di “mano” delicata vanno abituati
con pazienza alla confusione, è bene che vivano a contatto con il proprietario.
Devono prendere sicurezza. Diventano molto attaccati al cacciatore, vivono per
dargli piacere.
A
scelta fatta, ritirato il cucciolo dopo i sessanta giorni, ed anche oltre,
perchè è bene che passi più tempo possibile con i fratelli per giocare e
sviluppare quegli istinti ancestrali che si scatenano in zuffe, assalti e
guaiti e che servono perchè ognuno prenda nel branco il suo posto, e si formi
il carattere, ci assicureremo che abbia avuto le prime vaccinazioni e
cominceremo l’avventura.
Tenete
conto che questi cani sono per indole naturale molto dolci ed affettuosi e
ricercano il contatto con il proprietario. Più li terrete con voi e più
sapranno comprendervi e saranno disponibili alla collaborazione.
Avendone
la possibilità consiglio di cominciare subito con l’addestramento. Quando
porterete da mangiare al cucciolo, e nei primi mesi deve avvenire molto spesso,
trattenetelo per il collo davanti alla ciotola ripetendo un comando, sempre lo
stesso, a voce o con un fischietto, appena il cucciolo s’arrenderà, nel senso
che smetterà un attimo di tirare, liberatelo e lodatelo.
Questo
esercizio può sembrare una crudeltà, ma è la base per un addestramento
incruento del cane, basato sull’associazione meccanica di un’ azione seguita da
un premio.
Dallo
stesso periodo tutte le volte che libererete il cucciolo dal recinto, o dalla
casa e che potrà correre libero, ricordatevi di farlo prima che abbia mangiato.
Quando lo chiamerete per nome e poi con il fischio non dimenticatevi mai nei
primi mesi di vita di ricompensarlo con un premio, un biscotto, una crosta
di formaggio.
Essenziale
che il cucciolo acquisti fiducia cieca in voi. Mai dico mai
questa dovrà essere tradita!
Uno
degli errori più frequenti che vengono commessi è quello di chiamare il
cucciolo che abbia commesso qualche malanno e sgridarlo. Mai! Quando si
chiama il cane, cucciolo o adulto che sia, và sempre premiato! Per sgridarlo
occorre andare a prenderlo se non si riesce si rimproveri leggermente con la
voce quando torna senza averlo chiamato e si chiuda per un po' di tempo in
canile, in macchina o dove ci si trova oppure si leghi al guinzaglio. Il cane
avrà capito di avere sbagliato però non avrà perso fiducia nel suo padrone,
cosa che accadrebbe se chiamatolo, al suo arrivo si sgridasse con durezza.
All’età
di quattro cinque/mesi, il cucciolo dovrebbe rimanere seduto davanti alla
ciotola del mangiare fino al vostro “vai”, che non si farà attendere che per
qualche secondo, e correre pronto al richiamo sia per nome che per la chiamata
con il fischio.
Gli
esercizi già descritti del “seduto” e della risposta alla “chiamata” sono i due
fondamentali. Non abbiate fretta di passare agli altri esercizi prima che
questi due siano bene fissati nella testa del vostro cane. Dovreste poi
ricominciare da capo! ed inoltre, ricordandoci che stiamo lavorando con un
cucciolo, bisogna dargli tempo di “digerire” gli insegnamenti e di non
impegnarlo con troppi esercizi contemporaneamente.
Le
sedute di addestramento non devono essere mai troppo lunghe, dieci-quindici
minuti al massimo.
Passare
oltre soltanto quando l’esecuzione in cortile e fuori sarà perfetta!
Continuate
quindi a perfezionare l’esercizio del “seduto” anche in occasioni diverse dal
pasto: mentre camminate in campagna, dopo che il cane avrà sfogato la voglia di
correre e vi starà più vicino, date il comando di seduto. E’ importante, se il
cane non esegue, che possa essere recuperato e messo in posizione di seduto,
ripetendogli il comando. Vedrete che dopo poche volte, all’emissione del
comando il cane assumerà la posizione desiderata. Ricordatevi di premiarlo
sempre quando esegue bene.
Quando
avrete ottenuto il risultato di mettere il cane al seduto e di lasciarlo per
qualche tempo in quella posizione avrete acquisito un buon controllo.
Esercitatevi a chiamarlo presso di voi, prima da qualche passo e poi via via da
più lontano. Attenzione! il cane non deve anticipare il vostro comando. Deve
venire solo quando lo chiamate! Per cui non chiamatelo tutte le volte che siete
lontano. A volte allontanatevi e poi tornate verso di lui e complimentatelo
ripetendo il comando di seduto per fargli capire che è stato bravo a mantenere
la posizione. Ripetete questi esercizi del seduto e della chiamata e più il
cane eseguirà con gioia e più avrete operato bene. Sono due esercizi che
servono poi per fissare bene l’esecuzione del riporto.
Se
il soggetto che possedete non fosse un riportatore naturale potrete passare a
questo punto anche ad insegnarli il riporto.
Comunque
anche i riportatori naturali migliorano notevolmente l’esecuzione con la scuola
del riporto.
Con
il cane “al seduto” cercate di fargli abboccare uno straccio di cotone annodato
ripetendo la parola “porta”. Il cane dotato di riporto naturale dovrebbe
abboccare subito e trattenere, contento, lo straccio. Non fatelo muovere dalla
posizione di seduto, lodatelo e sempre ripetendo la parola “porta” fatevi
cedere, sempre con dolcezza, lo straccio in cambio di un buon bocconcino. Ripetendo, con molta costanza e con assoluta
calma, più volte questo esercizio nei giorni seguenti dovreste arrivare al
punto che il cane trattenga in bocca lo straccio fino a quando non allungherete
la mano dicendo la parola “porta” per prenderlo e lui lo lascerà per ritirare
la ricompensa. Attenzione ! Soltanto le primissime volte si può premiare anche
se il cane lascia andare di bocca lo straccio prima che la vostra mano lo abbia
afferrato. Andando avanti pretendete che il cane aspetti sia il comando che la
mano che afferra lo straccio. Deve assolutamente capire che deve consegnare
quello che ha in bocca per ricevere la ricompensa.
Se
il vostro cane non fosse di quelli particolarmente vogliosi di collaborare
bisognerà che vi armiate di calma e pazienza per far capire al cane la parte
iniziale del percorso e cioè che deve trattenere in bocca qualcosa anche contro
la sua volontà. Perciò non scoraggiatevi se ai primi tentativi cercherà di
sputare lo straccio e si divincolerà per sottrarsi all’esercizio. Sempre con
molta calma, perchè se perdete la pazienza per quel giorno è meglio lasciar
perdere chè si potrebbero causare soltanto dei danni, rimettete il cane in
posizione di seduto e ripartite con lo straccio aprendo la bocca al cane e
facendolo abboccare. Tolte le mani, la prima volta che lo tratterrà, anche per
un attimo, complimentatelo, sempre ripetendo la parola “porta”, e premiatelo. A
questo punto basterà continuare. Non perdetevi di coraggio. Alcuni cani
particolarmente testardi possono impiegare anche molti giorni prima di
decidersi a collaborare, in questo caso cercheremo ulteriori astuzie come
quella di eseguire l’esercizio prima che il cane abbia mangiato; oppure
introducendo un pezzetto di carne dentro lo straccio; cioè cercheremo il suo
punto debole, la chiave giusta per aprire la sua porta. Tutti finiscono col
cedere alla costanza ed ai premi.
Siamo
arrivati al punto che il cane è seduto con lo straccio in bocca ed aspetta che
andiate a ritirarlo con la famosa parola “porta”, per ricevere la ricompensa.
Guardando il cane in faccia allontanatevi di qualche passo e dicendo la parola
porta fategli il cenno di venire da voi come quando lo chiamate normalmente. Le
prime volte il cane può non capire, abituato come è a stare fermo con il
“logoro” in bocca ad aspettarvi. Allora dovrete fare un passettino indietro.
Vuol dire che concentrandovi sempre sulla lezione del riporto avete trascurato
quella sulla “chiamata”.
Sospendete
per quel giorno la lezione sul riporto e riprendete a chiamare il cane
premiandolo alla sua venuta. Provate a farlo anche dopo averlo messo nella
posizione di seduto ed essendovi allontanato di qualche passo. Mentre lo
chiamate fate anche un gesto ed un rumore con le mani. Battetele insieme,
battetele sulle gambe, in modo che il cane abbini il movimento ed il rumore
alla chiamata. Quando, nei giorni successivi, il cane avrà capito perfettamente
e risponderà sia alla chiamata normale che ai movimenti rumorosi delle mani,
potrete riprendere il riporto.
Cane
nella posizione di seduto con il logoro in bocca, qualche passo di distanza,
movimento rumoroso delle mani per la chiamata ed appena il cane si avvicina
pronunciate la parola “porta”. Abbiamo fatto un altro passo avanti. Allungate
sempre più questa distanza di chiamata vedrete che il cane, piano piano
eseguirà da qualunque distanza.
Fino
a questo punto il cane non sarà mai stato inviato a rincorrere oggetti da
riportare e si sarà evitato di dire la famosa parola “porta” non abbinata allo
straccio/”logoro”. Bene adesso si tratta di verificare se tutto il lavoro fatto
serve per reperire e riportare qualcosa che il cane non ha in bocca ma si trova
nascosta tra la vegetazione.
Scegliete
una giornata con un poco di ventilazione, andate in campagna e nascondete il
logoro nella vegetazione bassa. Dopo aver fatto girare il cane per qualche
minuto portatevi nelle vicinanze del nascondiglio con il vento di fronte.
Quando il cane dimostrerà di avvertire l’odore del logoro che conosce bene,
lodatelo e pronunciate la parola “porta”. Se tutto è andato bene il cane
abboccherà il logoro e correrà a portarvelo. Evviva. D’ora in poi basterà
procurargli esperienze diverse, anche con oggetti i più svariati, e potranno
comparire le prime piume di selvatico a rivestire gli oggetti, ed il cane si
abituerà al vostro ordine “porta” a cercare per trovare qualcosa da portarvi. Non
deludetelo MAI! cioè quando gli darete quel comando siate certi che il cane
possa trovare qualcosa: un oggetto conosciuto prima, ed un selvatico poi.
Ricompensatelo sempre. Anche una carezza ed una lode sono una ricompensa!
Se
la stagione sarà stata bella e vi avrà consentito di portare il cucciolo in
campagna e questo avrà dimostrato di interessarsi alla farfalla come
all’uccelletto come al merlo, potrete iniziare a vedere se dimostra interesse
per la selvaggina maggiore.
Procuratevi
una quaglia da volo, cioè di piccole dimensioni, alla quale toglierete qualche
penna, chè più che volare lontano dovrebbe fare piccoli voli davanti al
cucciolo, portatevi in campagna dove ci sia un terreno incolto o dei rovi e,
dopo averla fatta annusare al cucciolo per fargliela conoscere, senza che se ne
accorga introducetela nel folto, siano erbe o rovi. Passando vicino alla
quaglia a buon vento dovreste notare che il cucciolo avverte l’emanazione e si
impegna per trovarne la fonte. Incitatelo ed incoraggiatelo e vedrete che
presto la quaglia volerà via per andarsi a rimettere poco lontano. Marcate bene
il punto di rimessa e portateci ancora il cucciolo. Potrà capitare di non ritrovarla.
Non preoccupatevi, il “ghiaccio è comunque rotto”. Se invece la ritroverà
meglio ancora e se riuscirà ad abboccarla e la riporterà, come gli avete
insegnato, sarete al settimo cielo. E non sarà stato per caso che questo sia
successo.
Continuate
con questi esercizi, senza però stressare il cane, cambiate terreni: pianura,
collina, bosco, palude; cambiate selvatici cercando di procurarvi quelli che
maggiormente il cane dovrà poi cacciare. Curate sempre che il cucciolone trovi
gli animali nello “sporco”.
Se
il cucciolo invece non avrà ancora dimostrato nessun interesse per le cose
sopra descritte conviene non insistere e rimandare di qualche mese aspettando
la maturazione, continuando però con gli esercizi “da cortile”, seduto e
chiamata. Ogni tanto riprovare a portarlo in campagna e fargli incontrare una
quaglia od altro e verificare la passione. Quando incomincia ad appassionarsi
possiamo procedere come già detto e riprendere poi l’addestramento normale.
Se
tutto sarà proceduto per il meglio il cucciolone dovrebbe essere arrivato a
otto/nove mesi di età, smanioso ogni volta che vi vede prepare per una uscita.
Liberato in campagna per più tempo continuerà a cercare pronto ai vostri
richiami ed alle vostre indicazioni. Gli avrete fatto conoscere anche altri selvatici
relativi alla vostra tipologia di caccia e trovandoli avrà dimostrato molto
interesse.
E’
giunta l’ora di fargli sentire “lo sparo”.
Se
il cane non ha dimostrato nessun problema caratteriale di timidezza si potrà
procedere ad esplodere un colpo di fucile in aria quando rincorre a fondo un
selvatico e si sia allontanato di una cinquantina di metri, verificando la
reazione. Se non vi è reazione negativa si potrà ripetere l’operazione sparando
quando il cane è più vicino. Nessun problema.
Potrete
aspettare l’apertura della caccia sicuri di avere un soggetto ben addestrato
che ha raggiunto l’equilibrio necessario per essere utilizzato al meglio delle
sue capacità che potrà soltanto “crescere” per darvi le soddisfazioni meritate
dall’impegno che avrete profuso nell’addestramento. In bocca al lupo!
Se
invece il cane dimostrasse ancora qualche problema di carattere consiglio di
mettersi seduti con il cane in grembo e far esplodere, da un amico, un colpo di
fucile in aria da una cinquantina di metri. Se non c’è reazione negativa
l’amico si avvicina e ad un vostro cenno esplode un altro colpo.
Anche
in questo caso se non si manifestano reazioni negative si può procedere con
l’abbinamento colpo di fucile-selvatico che fugge. Altrimenti consiglio di
sospendere e di intraprendere un’operazione
più delicata. Se non ci sono turbe genetiche con molta pazienza si
riescono a recuperare anche soggetti al limite.
Intanto
cureremo che il cucciolo stia il più possibile a contatto con la gente e quindi
con rumori di vario tipo. Possibilmente non rinchiuso in un canile appartato.
Poi dovremo procurarci una pistola giocattolo, di quelle
da ragazzini che utilizzano le capsule ridotte e che fanno poco rumore.
Abbineremo questi piccoli scoppi per annunciare ogni evento lieto della
giornata del cane. La zuppa in primo luogo; la libertà dal canile o dal
giunzaglio; etc.... . Non scoraggiatevi. Se il cane proviene da linee di sangue
cacciatrici e non è stato sottoposto ad angherie nel giro di una quindicina di
giorni dovrebbe accettare lo scoppio senza più timore. Quando il cane
dimostrerà assoluta tranquillità passate ad una pistola tipo scacciacani che fà
uno scoppio ben maggiore. Magari la prima volta fatelo esplodere da un amico ad
una certa distanza ed osservate. In ogni caso non demordete, se volete
recuperare il cane è l’unico sistema.
Per
ultimo rivolgo un invito caloroso. Nella ipotesi sfortunata che vi troviate un
soggetto “difficile”, sia per l’addestramento che per il carattere, prima di
abbandonare le speranze e di arrendersi
consultate sempre, con
fiducia l’Allevatore. Questi una volta esaminato il soggetto saprà certamente
consigliarvi ed indirizzarvi per il meglio.
A
tutti in bocca al lupo.